Re Laurino e la leggenda delle rose
Leggende e racconti in Val di Fassa
Molto tempo fa, Re Laurino regnava su un giardino di rose abitato da un popolo di nani nel Catinaccio; all'interno della montagna vi era un grandissimo tesoro: in particolare, Re Laurino possedeva una cappa che era in grado di renderlo invisibile e una cintura che gli conferiva la forza di 12 uomini.
Un giorno, Re Laurino vide la bellissima fanciulla Similde e si innamorò di lei: decise quindi di rapirla grazie alla sua cappa magica e la tenne con sé per sette anni.
Ma il promesso sposo della principessa, Hartwig, chiese aiuto al Re dei Goti per riportare la sua sposa a casa e invase il Catinaccio.
Re Laurino partecipò alla battaglia con la sua cintura, ma alla fine si ritrovò lo stesso in difficoltà e decise di usare la cappa per rendersi invisibile.
Nonostante tutto, Hartwig e i suoi cavalieri riuscirono ad imprigionarlo osservando i movimenti delle rose sotto le quali Re Laurino, benché invisibile, cercava di nascondersi.
Il re quindi, adirato lanciò una maledizione verso il Catinaccio e il giardino di rose, in maniera tale che nessuno, né di giorno, né di notte avrebbe più potuto ammirarlo: dimenticò però il tramonto e l'alba.
Così da quel tempo, in questi due momenti della giornata nei Monti Pallidi si vedono di nuovo le rose rosse del giardino: è l'Enrosadira che tinge di rosa il Catinaccio.